Lyda Borelli

Filmografia

Ma l'amore mio non muore

Ma l'amore mio non muore (1913)

    1913 Ma l'amor mio non muore (film b\n - muto - durata 90 min. circa)

  • Regia: Mario Caserini
    Soggetto: Emiliano Bonetti, Giovanni Monleone
    Fotografia: Angelo Scalenghe
    Casa di produzione: Gloria Film
  • Interpreti e personaggi
    Lyda Borelli (Elsa Holbein) | Mario Bonnard (Principe Massimiliano) | Vittorio Rossi Pianelli (colonnello Julius Holbein) | Emilio Petacci (colonnello Theubner) | Camillo De Riso (Schaudard, l'impresario teatrale) | Gian Paolo Rosmino (Moise Stahr) | Dante Cappelli (Granduca di Wallenstein) | Maria Caserini (Granduchessa di Wallenstein) | Gentile Miotti (un ufficiale) | Letizia Quaranta (nobildonna) | Antonio Monti (generale)
  • Trama
    Nel Granducato di Wallenstein vive la bellissima Elsa Holbein, figlia del capo di Stato Maggiore, il colonnello Julius Holbein, che si uccide perché accusato ingiustamente di tradimento, mentre i piani militari scomparsi gli sono stati rubati da Moise Stahr. Elsa, per quanto innocente, viene esiliata e trova rifugio in Riviera. Qui inizia a calcare le scene come cantante e pianista con lo pseudonimo di Diana Cadouleur e, grazie a un ingaggio dell'impresario Schaudard, ottiene notevole successo e ritrova la serenità.
    Nel pieno del suo successo Elsa conosce il Principe Massimiliano, erede del Granduca, che non sa della sua vera identità. I due si innamorano, ma durante una gita in battello sul lago di Locarno, incontrano Stahr che, riconosciuta la donna e venendo da essa respinto, si vendica diffondendo le notizie sulla relazione del Principe, che viene richiamato in patria. Massimiliano, contravvenendo agli ordini di suo padre il Granduca, torna a cercare Elsa, ma ormai lei si è avvelenata.
  • informazioni tratte da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La memoria dell'altro

La memoria dell'altro (1913)

    1913 - La memoria dell'altro (film b\n - muto - durata 70 min.)

  • Regia: Alberto Degli Abbati
    Soggetto: Baronessa De Rege
    Fotografia: Angelo Scalenghe
    Casa di produzione: Film Artistica “Gloria”
  • Interpreti e personaggi
    Lyda Borelli (Lyda) | Mario Bonnard (Mario Alberti) | Vittorio Rossi Pianelli (Principe di Sévre) | Letizia Quaranta (Cesarina) | Felice Metellio (il giornalista) | Emilio Petacci
  • Trama
    «Lyda, giovane aviatrice, noncurante dell’assidua corte del principe di Sévre s’innamora di un giovane giornalista, Mario Alberti e lo invita a casa sua. Pur essendo fidanzato con Cesarina, Mario accetta l’invito: la fidanzata, colpita da un sospetto, lo segue e, con il cuore affranto, assiste a una scena d’amore con Lyda. Approfittando di una breve assenza della rivale, Cesarina riesce a indurre Mario a lasciare Lyda: rimasta sola, quest’ultima accetta l’amore e le ricchezze del principe di Sévre.

    Qualche tempo dopo, a Venezia, Lyda e il principe sono nell’intimo divisi dalla “memoria dall’altro”; e quando in un teatro Lyda rivede Mario, la passione si riaccende ed ella fugge col suo amore a Parigi. I due amanti sono felici. Ma un giorno Mario cade ammalato ed è costretto a letto per mesi: la coppia è presto ridotta alla miseria. Lyda va a cercare aiuto e lo trova solo nella generosità di alcuni apaches, per i quali ha danzato in un taverna. Ma al ritorno a casa, Mario è morto. Disperata e anche lei ammalata, Lyda si spegne nella triste corsia di un ospedale. Il principe di Sévre, venuto a conoscenza della triste notizia, accorre generosamente al suo capezzale. Ma ormai Lyda non ha più bisogno di nulla. Sentendo che tutto è finito, tenta di afferrare nervosamente la fotografia dell’adorato Mario, caduta ai piedi del letto, mentre gli occhi suoi si chiudono nel seno della morte.»
  • Sull’onda del successo della prima interpretazione cinematografica in Ma l’amor mio non muore!, Lyda Borelli torna a lavorare con Mario Bonnard e Vittorio Rossi Pianelli per La memoria dell’altro, interpretando la giovane aviatrice Lyda. Caratterizzato da bellissimi esterni veneziani, il film è un grandissimo successo anche grazie alla tipologia di donna interpretata da Lyda Borelli, aderente all’immagine che l’attrice aveva costruito di sé. I critici del tempo sottolineano la connessione tra la Lyda aviatrice e la diva Lyda Borelli, ipotizzando che la baronessa De Rege, autrice del soggetto, si fosse ispirata nella creazione del personaggio proprio alla sua figura di donna emancipata, appassionata di volo e di motori, ma anche seducente danzatrice e donna fatale.
  • La pellicola è stata restaurata dalla Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma con il sostegno degli eredi di Lyda Borelli in occasione della rassegna "Lyda Borelli - Diva Cinematografica", tenutasi all'Ateneo Veneto venerdì 10 novembre 2017. La proiezione è stata accompagnata dalla musica dal vivo di Cinzia Gangarella e preceduto da una conferenza cui sono intervenute Maria Ida Biggi, Daniela Currò e Angela Dalle Vacche. Tra ottobre e novembre del 2018 la pellicola è stata proposta alle "Giornate del Cinema muto" di Pordenone e a Parigi e alla XI Edizione del "Festival di Cinema e Musica" di San Isidro (Buenos Aires).
  • informazioni tratte da sempre in penombra | Fondazione Giorgio Cini, Venezia | Enciclopedia del Cinema in Piemonte.

La donna nuda, di Carmine Gallone (1914)

La donna nuda (1914)

    1914 La donna nuda (film b\n - muto - drata 60 min. circa)

  • Regia: Carmine Gallone
    Soggetto: Henry Bataille
    Fotografia: Domenico Grimaldi
    Casa di produzione: Cines
  • Interpreti e personaggi
    Lyda Borelli (Lolette) | Lamberto Picasso (Pierre Bernier) | Wanda Capodaglio (Principessa) | Ugo Piperno (Rouchard) | Ruggero Capodaglio
  • Trama
    Un pittore di scarsa qualità diventa celebre grazie al ritratto della modella divenuta sua moglie.

    Tratto dalla pièce teatrale di Henry Bataille La femme nue
  • informazioni tratte da sempre in penombra | Wikipedia l'enciclopedia libera.

Fior di Male (1915)

Fior di Male (1915)

    1915 Fior di male (film b\n - muto - durata 62 min. circa)

  • Regia: Carmine Gallone
    Soggetto e sceneggiatura: Nino Oxilia
    Fotografia: Domenico Grimaldi
    Casa di produzione: Cines
  • Interpreti e personaggi
    Lyda Borelli (Lyda) | Augusto Poggioli (Bambi Rogers) | Cecyl Tryan (Cecyl) | Fulvia Perini (Fulvia Rogers) | Ruggero Barni (Ruggero Davusky)
  • Trama
    Lyda ha avuto un'infanzia e un'adolescenza difficile, nelle mani di una megera che l'ha sfruttata mandandola sul marciapiede. Rimasta incinta, abbandona il figlio e fugge alla polizia che la sta per arrestare. Raccolta da un vecchio conte, trova un lavoro onesto e conquista la fiducia dei suoi datori di lavoro. Il conte sul punto di morte, la adotta e, alla sua morte, Lyda va a vivere nella casa che ormai è sua insieme a Cecyl, un'orfana che lei ama come una sorella. Le due ragazze si innamorano entrambe di un giovane che hanno salvato da un incidente ma Lyda si tira indietro, lasciando che Cecyl e il giovane si sposino. Una notte, nella casa, penetra un ladro: da una cicatrice, Lyda capisce che il ragazzo è il figlio che lei ha abbandonato. Quando sopraggiungono i due coniugi, Lyda difende il ladro e i due sono portati ad immaginare che si tratti di un amante occasionale della donna, tanto da spingere il marito a chiedere a Lyda di abbandonare la casa. Questa si mette a vagare alla ricerca del figlio e, quando lo trova, costui la accoltella, pensando che si tratti di una spia della polizia. Morendo, Lyda invoca il nome del figlio che, arrestato dalla polizia, passa davanti a lei ignaro di chi sia quella donna.
  • informazioni tratte da sempre in penombra | Wikipedia l'enciclopedia libera.

La marcia nuziale (1915)

La marcia nuziale (1915)

    1915 La marcia nuziale (film b\n - muto - durata 60 min. circa)

  • Regia: Carmine Gallone
    Soggetto: Henry Bataille
    Sceneggiatura: Carmine Gallone, Henry Bataille
    Fotografia: Domenico Grimaldi
    Casa di produzione: Cines
  • Interpreti e personaggi
    Lyda Borelli (Grazia di Plessans) | Francesco Cacace (Ruggero Lechatelier) | Leda Gys (Susanna Lechatelier) | Amleto Novelli (Claudio Morillot) | Wanda Capodaglio | Angelo Gallina
  • Trama
    Grazia de Plessans abbandona gli studi in convento in seguito a una crisi mistica. Nella casa paterna, studia musica insieme al maestro Claudio Morillot di cui finisce per innamorarsi. La famiglia de Plessans si oppone fortemente a questo legame, tanto da indurre la coppia alla fuga. I due vivono poveramente, aiutati da un'amica di Grazia che fa assumere dal marito, il banchiere Lachatelier, il maestro di musica. Claudio però, a una richiesta di Grazia, che vorrebbe un pianoforte per suonare a casa, ruba del denaro da Lachatelier. Grazia è inorridita. Accetta un invito a casa di Susanna e cede per un momento alla corte del banchiere, che le propone la fuga con lui. Decide di tornare da Claudio, per riappacificarsi con l'uomo. Un giorno, mentre questi suona al piano La marcia nuziale, un colpo di pistola mette fine alla vita di Grazia, che ha deciso di suicidarsi.

    Tratto dal dramma di Henry Bataille La marche nuptiale (1905)
  • informazioni tratte da Wikipedia l'enciclopedia libera.

La Falena (1916)

La Falena (1916)

    1916 La Falena (film b\n - muto - durata 65 min. circa)

  • Regia: Carmine Gallone
    Soggetto: Henry Bataille
    Fotografia: Giovanni Grimaldi
    Casa di produzione: Società Italiana Cines
  • Interpreti e personaggi
    Lyda Borelli (Thea di Marlievo) | Andrea Habay (Filippo) | Francesco Cacace (Lignères) | Giulia Cassini-Rizzotto (Principessa Maria) | Nella Montagna (madre di Thea) | Lina Dax (Allegra) | Alfonso Cassini (maestro di Thea) |
  • Trama
    Thea, una scultrice cui è stata diagnosticata la tisi proprio prima del matrimonio con Filippo, decide di abbandonarlo e vivere dissolutamente fino alla morte. Eppure, mentre la sua salute declina rapidamente, organizza un'ultima festa, invitando anche Filippo. L'uomo però non si presenta perché si è sposato con un'altra donna. Thea, in un ultimo atto teatrale e disperato, si mostra nuda ai suoi ospiti, per far ricordare loro la perfezione del suo corpo e si suicida.

    Tratto dalla pièce teatrale di Henry Bataille Le phalène (1913)
  • informazioni tratte da sempre in penombra | Wikipedia l'enciclopedia libera.

Madame Tallien (1916)

Madame Tallien (1916)

    1916 Madame Tallien (film muto - durata 80 min. a 20 f/s. Imbibito e virato)

  • Regia: Enrico Guazzoni
    Soggetto: dal dramma omonimo di Victorien Sardou
    Sceneggiatura: Enrico Guazzoni
    Fotografia: Gabriele Gabrielian
    Casa di produzione: Palatino-Film
  • Interpreti e personaggi
    Lyda Borelli (Madame Teresa Tallien) | Amleto Novelli (Tallien) | Renzo Fabiani (Robespierre) | Ruggero Barni (Guery) | Ettore Baccani (Fontenay) | Roberto Spiombi (un abatino) | Orlando Ricci
  • Trama
    La Marchesa Teresa di Fontenay si innamora di Jean Guery, un giovane giornalista; divorzia da suo marito, il vecchio Fontenay e spera di potersi sposare con il suo amato, ma lo scoppio della rivoluzione impedisce le nozze. Guery, fervente monarchico, si dà alla clandestinità e, mettendo spesso a repentaglio la propria vita, pone in essere audaci azioni contro i rivoluzionari. Caduto, in un'imboscata, viene arrestato dai sanculotti, e trascinato in giudizio: sarà l'inflessibile Robespierre, a presiedere il processo. Teresa, di cui si è innamorato Tallien, membro del Comitato di Salute pubblica, promette a quest'ultimo che sarà sua, se egli salverà Guery. Tallien, in una memorabile seduta alla Convenzione, attacca violentemente Robespierre, che verrà deposto e condannato alla ghigliottina. Ma la ventata di fronda si rivolgerà anche su Tallien che cadrà in disgrazia e Guery viene giustiziato. Teresa resterà sola.

    Restaurato nel 1995 da Cineteca di Bologna, Cineteca Italiana e Cinémathèque française, con il contributo del Proyecto Lumière, a partire da un negativo camera nitrato, senza didascalie, recuperato dalla Cineteca Italiana presso l’archivio Pittaluga e da una copia positiva nitrato imbibita e virata con didascalie francesi, conservata da Cinémathèque française. I colori della copia sono stati riprodotti con il metodo Desmet
  • informazioni tratte da Il cinema ritrovato | Wikipedia l'enciclopedia libera.

Malombra (1917)

Malombra (1917)

    1917 Malombra (film b\n - muto - durata 75 min. circa)

  • Regia: Carmine Gallone
    Soggetto e sceneggiatura: Antonio Fogazzaro
    Fotografia: Giovanni Grimaldi
    Casa di produzione: Cines
  • Interpreti e personaggi
    Lyda Borelli (Marina Crusnelli di Malombra) | Amleto Novelli (Corrado Silla) | Augusto Mastripietri (Conte Cesare d'Ormengo) | Amedeo Ciaffi (Andrea Steinegge) | Giulia Cassini Rizzotto (Contessa Fosca Salvador) | Consuelo Spada (Edith Steinegge) | Francesco Cacace (Nepo Salvador) | Noemi De Ferrari | Berta Nelson | Giorgio Fini
  • Trama
    Marina di Malombra è una donna segregata in una villa sul Lago di Como, fino al giorno delle sue nozze.

    Il film, una delle più significative interpretazioni di Lyda Borelli, inaugurò il genere gotico nel cinema.

    Malombra risplende d’un sontuoso stile visivo e immerge il pubblico nell’incantesimo di magici paesaggi, d’un romantico sinistro castello e della spettacolare performance della diva Borelli. Posseduta da demoni interiori, Borelli dilata sguardi e gesti, oppure s’adagia su una barca tra cuscini e fiori, languida vittima e fatale Lorelei, il corpo circonfuso di un’aura lucente. Il primo rullo si chiude con una delle scene di maggior impatto dell’intero genere diva-film: Marina di Malombra/Lyda Borelli scioglie la chioma, si abbandona alla sua follia (o è lo spirito di Cecilia?), confonde il viso nelle onde dei capelli mentre lo sguardo allucinato la trasforma in una Menade, infine sviene e cade a terra.
    L’intreccio si sviluppa in modo così approssimativo che gli spettatori che non hanno letto o non ricordano l’omonimo romanzo gotico di Antonio Fogazzaro (1881) non hanno modo di capire esattamente chi è chi, quali relazioni ogni personaggio intrattiene con gli altri e perché tutti fanno quel che fanno. Inoltre, al pubblico di oggi possono facilmente sfuggire gli indizi offerti da certi aspetti della messa in scena, come i vestiti. Quando Marina arriva al castello vestita e velata di nero, l’abito del lutto indica il motivo del suo arrivo: è appena rimasta orfana ed è venuta a vivere con lo zio. Più tardi, un altro vestito a lutto informa il pubblico che il conte è morto, a seguito dell’attacco notturno di Marina.
  • informazioni tratte da Il cinema ritrovato | Wikipedia l'enciclopedia libera.

La storia dei tredici (1917)

La storia dei tredici (1917)

    1917 La storia dei tredici (film b\n - muto - drata 60 min. circa)

  • Regia: Carmine Gallone
    Soggetto: Honoré de Balzac
    Sceneggiatura: Lucio D'Ambra
    Fotografia: Giovanni Grimaldi
    Casa di produzione: Cines
  • Interpreti
    Lyda Borelli | Ugo Piperno | Sandro Salvini
  • Trama
    Tratto da Honoré de Balzac, Histoire des treize un romanzo apparso tra il 1833 e il 1839. In esso l'autore fa la presentazione ufficiale di un gruppo di amici di diverse origini sociali, che si contraddistinguono per differenti ideali politici, visioni del mondo e obiettivi, ma che al tempo stesso sono legati tra loro da un patto non scritto di mutuo soccorso.
    La vita di tali personaggi si evolve in molti altri libri che compongono la Commedia umana ed essi intervengono nelle vicende o anche solo appaiono in quelle scene di vita sociale che Balzac amava tanto descrivere.
    I tredici personaggi appaiono nella letteratura balzachiana giovanissimi e con pochi mezzi, alla ricerca di soddisfazione dei propri ideali e desideri. Nel corso di tutti i libri alcuni raggiungono i loro obiettivi, altri periscono, ma resta incrollabile la fiducia e l'alleanza che li lega, riempiendo i libri balzachiani di episodi di manifestazione di dedizione e coraggio grandissimi.
  • informazioni tratte da Cinematografo | Balzac in Italia.

Rapsodia satanica (1917)

Rapsodia satanica (1917)

    1917 Rapsodia satanica (film b\n colorato a mano - muto - durata 55 min. originale - 45 min. restaurato)

  • Regia: Nino Oxilia
    Soggetto: Fausto Maria Martini, Alberto Fassini
    Sceneggiatura: Alberto Fassini
    Musica composta da: Pietro Mascagni
    Scenografia: Giorgio Ricci
    Casa di produzione: Cines
  • Interpreti e personaggi
    Lyda Borelli (Alba d'Oltrevita) | Andrea Habay (Tristano) | Ugo Bazzini (Mefisto) | Giovanni Cini (Sergio) | Alberto Nepoti
  • Trama
    La storia è una variazione della vicenda faustiana da un poema di Fausto Maria Martini del 1915. Una anziana dama dell'alta società, Alba d'Oltrevita, stipula un patto con Mefisto, per riacquistare la giovinezza in cambio della quale però lei ha il divieto di innamorarsi. Alba è corteggiata da due giovani fratelli, Tristano e Sergio. Quest'ultimo minaccia di uccidersi se lei non lo amerà: lei tuttavia non s'interessa a Sergio, che si uccide, e si prepara a sposare Tristano. A questo punto però Mefisto torna per riprendersi la giovinezza che aveva concesso e restituendo la vecchiaia ad Alba che non aveva rispettato il patto.

    Film muto fra i più importanti della sua generazione, sia per l'ispirazione dannunziana, che si riflette nel soggetto e nella scenografia della nobiltà decadente fortemente polarizzata sull'estetica Liberty, sia per l'interpretazione di Lyda Borelli, star del muto italiano. La colonna sonora è firmata da Pietro Mascagni, uno dei maggiori compositori dell'epoca e primo compositore di professione in Italia a firmare una colonna sonora, sincronizzandola con le scene del film (lavoro che definì "lungo, improbo e difficilissimo")

    Nel centenario del colossal del cinema muto Cabiria, anche Rapsodia satanica è stato proiettato all'Auditorium Rai di Torino, con la musica di Pietro Mascagni eseguita dall'Orchestra sinfonica nazionale della RAI (21 giugno 2014).
  • informazioni tratte da Il cinema ritrovato | Wikipedia l'enciclopedia libera.

Carnevalesca (1918)

Carnevalesca (1918)

    1918 Carnevalesca (film b\n - muto - durata 87 min.)

  • Regia: Amleto Palermi
    Soggetto e sceneggiatura: Lucio D'Ambra
    Fotografia: Giovanni Grimaldi
    Casa di produzione: Cines
  • Interpreti
    Lyda Borelli | Mimi | Livio Pavanelli | Renato Visca | Gino Cucchetti
  • Trama
    «L'azione di questo bouquet di quattro carnevali si svolge nel castello di Malesia. Il carnevale bianco mostra i giovani figli di un sovrano ed i loro cuginetti e cuginette che si divertono in giochi festosi e fantastici. Gli anni passano. Luciano, erede della corona, si innamora di Lyda. Ed è il carnevale azzurro. Ma quando si accorge che si cerca di strappare Lyda alla sua passione, rinunzia al trono e fugge con lei. La fuga del principe alimenta le ambizioni tra i cugini che aspirano allo scettro: si distruggeranno tra di loro. Ed è il carnevale rosso. Tra gli aspiranti vi è Carlo, che pensa di essere il prescelto, ma, temendo che il vecchio re possa cambiare idea e richiamare il legittimo erede, tesse un'insidia a Luciano e lo pugnala a tradimento. Ed è il carnevale nero.» (dalla brochure originale del film)

    È stato giudicato un film fastidioso: troppo sprofondato nelle spire di un’estetica attardata nella Bisanzio ottocentesca. Mentre oggi, rivisto da prospettive storiografiche non più dedite all’allucinazione del sacro graal neorealista, ci appare quale uno splendido cine-poema denso di suggestioni sorprendenti. Insomma, Carnevalesca va ri-visto da opposta prospettiva. Non si tratta di retrovia, ma della ’nostra’ avanguardia: quella del cinema, italiano, muto. L’interpretazione di Lyda Borelli contribuisce a trafiggere la visione di immagini memorabili.
    Il film è stato restaurato dalla Cineteca di Bologna nel 1993 da una copia rinvenuta a Montevideo.
  • informazioni tratte da sempre in penombra | Cineteca di Bologna.

Dramma di una notte (1918)

Dramma di una notte (1918)

    1918 Dramma di una notte (film b\n - muto - durata 11′ a 18 f/s.)

  • (intitolato anche Una notte a Calcutta )
    Regia: Mario Caserini
    Fotografia: Giovanni Grimaldi
    Casa di produzione: Cines
  • Interpreti e personaggi
    Lyda Borelli (Nelly) | Alberto Capozzi (Guido De Mauri) | Livio Pavanelli (Riccardo De Mauri) | Anna Rocchi (Daisy)
  • Trama
    È la storia di Guido (Alberto Capozzi) un ufficiale di marina che ritorna in Italia per incontrare la futura moglie del fratello e vi riconosce Nelly, una donna "facile", con cui ha avuto una relazione in una casa di piacere in India. All'epoca Nelly si prendeva cura di sua madre e della sorella minore Daisy (Anna Rocchi). Dopo la morte di sua madre, Nelly si pente, torna in Italia e impara ad amare con sincerità: Riccardo (Livio Pavanelli). Nelly implora Guido di non dirlo a suo fratello, ma alla fine accetta di andarsene senza lasciare traccia. Rimasta sola, si uccide graffiandosi con uno smalto per unghie intriso di veleno. Questo è stato il film finale di Lyda Borelli prima di sposare il conte Vittorio Cini e ritirarsi dalla vita pubblica, sia sul palcoscenico che sullo schermo.
    Il dramma di una notte è un film perduto.
  • informazioni tratte da Flickr - Il Dramma di una notte | Il cinema ritrovato.

L'altro esercito (1918)

L'altro esercito (1918)


Per la vittoria e per la pace! (1918)

Lyda Borelli


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Ci sono anche alcuni titoli che hanno "usato" spezzoni dei film con Lyda Borelli a ricordo e supporto dell'epoca del cinema muto


La valigia dei sogni (1953)

La valigia dei sogni (1953)

    1953 La valigia dei sogni (commedia b\n - durata 87 min.)

  • Regia: Luigi Comencini
    Soggetto e sceneggiatura: Ettore Maria Margadonna, Luigi Comencini, Giuseppe Bennati
    Fotografia: Vaclav Vich
    Montaggio: Franco Fraticelli
    Musica: Mario Nascimbene
    Scenografia: Flavio Mogherini
    Casa di produzione: Mambretti Film
  • Interpreti e personaggi
    Marcello Mastroianni | Umberto Melnati (Il cavalier Ettore Omeri) | Maria Pia Casilio (Mariannina) Lyda Borelli (Se stessa - brani di repertorio) | altri attori del cinema muto (Wanda Capodaglio, Lamberto Picasso, Ermete Zacconi, Francesca Bertini, Eleonora Duse ...) (Se stessi - brani di repertorio)|
  • La valigia dei sogni, che nelle ultime sequenze presenta la scena del rogo delle pellicole nella cantina del cavalier Omeri, esprime l'angoscia di coloro che si preoccupavano di salvare i film dalla distruzione. In quegli anni, infatti, era in uso il nitrato, ossia la pellicola infiammabile e non esisteva ancora quella di sicurezza su acetato. A parte il pericolo di incendi, il rischio era quello che in pochi anni si completasse il processo di deterioramento chimico di tale supporto. Gli sforzi dei "pionieri" delle cineteche avevano dunque un solo obiettivo: salvare a ogni costo i film che rappresentavano la memoria storica del XX secolo.Con La valigia dei sogni questa esigenza di preservare l'immagine filmica, così com'è custodita la parola scritta, veniva posta forse per la prima volta con urgenza e passione all'attenzione del pubblico e ancora oggi l'appello lanciato dal film è certamente più che mai attuale.

    Nel film vengono raccontate due storie reali: la prima riguarda un certo Mario Ferrari, realmente esistito (che fino al 1938, anno della sua morte, raccoglieva film per la sua personale cineteca); la seconda è quella dello stesso Comencini, che insieme al fratello minore e ad Alberto Lattuada fu fondatore della cineteca di Milano, uno dei primi musei dedicati al cinema del mondo.
    Il film venne realizzato per la Cineteca Italiana, all'epoca in crisi economica, e con un budget molto basso: sia Comencini che gli attori rinunciarono al loro compenso. La pellicola non riscosse tuttavia alcun successo.
  • informazioni tratte da FilmTv | Wikipedia l'enciclopedia libera.
Diva Dolorosa (1999)

Diva Dolorosa (1999)

    1999 Diva Dolorosa(film muto - durata 70 min.)

  • Regia: Peter Delpeut
    Sceneggiatura: Peter Delpeut
    Montaggio: Menno Boerema
    Musica: Loek Dikker
    Produzione: FilmMuseum e Vpro Television in collaborazione con Cineteca del Comune di Bologna - Produttore: Frank Roumen
  • Interpreti e personaggi
    Lyda Borelli (Se stessa - brani di repertorio) | Francesca Bertini (Se stessa - brani di repertorio) | altre attrici del cinema muto (Soava Gallone, Pina Menichelli, Elena Makawska) (Se stesse - brani di repertorio)|
  • Il film utilizza frammenti di film d'epoca per fare un ritratto delle dive del cinema muto italiano con lo scopo di sostenere questa teoria: le attrici interpretavano i loro ruoli come spettacolo del corpo per cui pagavano con l'isteria il loro successo e la loro sfrontatezza. Molti film italiani tra il 1913 e il 1930 furono interpretati da stelle del cinema popolare che incarnavano la donna sessualmente liberata eletta a musa dal decadentismo. Agli occhi del comune spettatore, però., in armonia con lo spirito del tempo, la loro passionalità non poteva passare impunita e doveva essere pagata con un tributo di dolore, che le rendeva dive "dolorose".

    Il film è stato proiettato alla Mostra del Cinema di Venezia (Sezione Nuovi Territori) nel 1999
  • informazioni tratte da CoomingSoon | RdC - cinematografo.it.

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