Lyda Borelli

il Teatro

Locandina de La figlia di Iorio

Locandina de "La figlia di Iorio", 2 marzo 1904, Teatro Lirico di Milano

La figlia di Iorio

Lyda Borelli (Favetta), Giannina Chiantoni (Ornella), Giulia Cassini (Splendore) in "La figlia di Iorio", foto Varischi

Tourné Ruggeri-Borelli

Tourné Ruggeri-Borelli in Sudamerica 1909-910

Salomé

Lyda Borelli in costume da Salomé (1905- 1910), ritratto di Mario Nunes Vais

Entrambi i genitori di Lyda Borelli sono attori, di conseguenza lei assiste, fin da giovanissima, ora dietro le quinte, ora impegnata in piccole parti, alle interpretazioni delle più grandi primedonne del teatro drammatico di fine ottocento.

"Recita da bambina in una piccola parte della commedia del Mariani: Il passaggio di Venere e successivamente ne I due derelitti in cui ebbe a compagne Paolina Pezzaglia, e poi Mercedes Brignone” (Cervi, 1919); dopo aver completato l’istruzione in collegio a Firenze, nel 1902 riappare sul palcoscenico con la compagnia di Francesco Pasta e Virginia Reiter recitando in La veine, commedia di Alfred Capus.

Nel 1903 è scritturata dalla leggendaria compagnia Talli-Gramatica-Calabresi e nel 1904 recita nella parte di Favetta, una delle tre sorelle di Aligi, nella prima rappresentazione de La figlia di Iorio di Gabriele D’Annunzio, parte che le permette di mettersi in evidenza in uno dei più importanti eventi teatrali novecenteschi e di essere promossa rapidamente a prima attrice giovane. Nel 1905 è Fernanda nell’omonimo dramma di Victorien Sardou accanto a Eleonora Duse, Virgilio Talli, Ruggero Ruggeri.

Nel 1909 diventa capocomica; accanto a Ruggero Ruggeri, trionfa, ottenendo grande popolarità in un vasto repertorio che comprende tra gli altri l’allestimento della Salomé di Oscar Wilde. L’attività della compagnia è frenetica. Nel 1909 la Borelli s’imbarca per una tournée in Sudamerica. Nel febbraio 1912, dopo l’ultima stagione milanese, la Ruggeri-Borelli si scioglie e l’attrice forma compagnia con Ugo Piperno e Antonio Gandusio, sotto la direzione di Flavio Andò; il repertorio è quasi esclusivamente comico e la Borelli interpreta soprattutto ruoli brillanti. Nel 1915 appare nella compagnia Fert diretta da Ermete Novelli, in un repertorio eterogeneo, che comprende tragedie estetizzate, drammi salottieri, commedie e pochades. Dal 1916, fino al ritiro dalle scene, nel 1918, riprende la collaborazione con Ugo Piperno fondando la compagnia Borelli-Piperno.

All’apice del successo teatrale, venerata dal pubblico e stimata dai critici, Lyda Borelli fa il suo trionfale esordio al cinema: Ma l’amor mio non muore, come detto, è letteralmente il primo diva film del cinema italiano. La carriera cinematografica e quella teatrale si muovono simmetricamente fino al 1918 e molteplici sono i testi drammatici del repertorio teatrale della Borelli trasposti sullo schermo, tra i quali La donna nuda (Gallone, 1914), La marcia nuziale (Gallone, 1915), Madame Tallien (Guazzoni, 1916).

tratto da "K. Paronitti, Lyda Borelli, divina incantatrice
in Le incantatrici, Elephant & Castle 2013"

Il Teatro di Lyda Borelli

Il Teatro di Lyda Borelli "Il Teatro di Lyda Borelli" a cura di Maria Ida Biggi e Marianna Zannoni, Fratelli Alinari, Firenze 2017

Il volume si presenta come la prima monografia dedicata all’attività teatrale dell’attrice Lyda Borelli, dagli esordi in giovanissima età sino al ritiro dalle scene del 1918. Frutto di un lungo lavoro di ricerca, il libro permette di riscoprire, attraverso i contributi di Maria Ida Biggi, Marianna Zannoni e Maria Dolores Cassano, la fulgida carriera teatrale di questa affascinante interprete, una delle prime capocomiche d’Italia, amata e celebrata da pubblico e stampa prima ancora che il suo nome si legasse indissolubilmente a quell’immagine di diva del cinema muto che è passata alla storia. Lyda Borelli incarna perfettamente la modernità di inizio secolo: la sua immagine di donna emancipata, costruita anche attraverso il carattere dei personaggi femminili che porta in scena, contribuisce a creare la sua icona di diva moderna. Protagonista degli articoli di costume che appaiono sulle colonne di periodici e giornali del tempo, la Borelli spicca per la ricercatezza delle sue toilettes e si fa portatrice di una modernità incipiente, che la rende musa del contemporaneo pensiero futurista. Lettere, articoli di giornale, testimonianze di prima mano e numerosi documenti inediti permettono alle autrici di analizzare l’attività teatrale di Lyda Borelli in relazione al contesto culturale e sociale del suo tempo, in un excursus esclusivo e inedito.